Scrivo questo saggio perché faccio mie e parole pronunciate da Benedetto XVI, nella memorabile lettera che egli scrisse ai vescovi il 10 marzo del 2009:
«Il vero problema in questo nostro momento della storia - scriveva quel Papa - è che Dio sparisce dall'orizzonte degli uomini e che con lo spegnersi della luce proveniente da Dio l'umanità viene colta dalla mancanza di orientamento, i cui effetti distruttivi ci si manifestano sempre di più».
Si potrebbe dire per converso che l'umanità resta umana solo in quanto almeno implicitamente crede in Dio e viceversa diventa disumana nella misura in cui abbandona Dio. È impossibile amare l'uomo se non si ama Dio, così come non si può ottenere l'effetto se non si fa leva sulla causa. Parimenti, se c'è l'effetto, c'è la causa che lo produce: chi ama sincerante il prossimo, dà prova di amare Dio, è egli stesso una prova dell'esistenza di Dio, anche se forse si considera ateo, ma, come è stato detto, «crede di non credere». È quella che un tempo si chiamava «fede implicita».